domenica 12 maggio 2013

SCOMPIGLIATA...


...come sempre, dopo un corso di formazione!
Tante le idee, tanti i punti di domanda, tanti i dubbi, tante le emozioni.



foto scattata durante il seminario


Questo fine settimana ho seguito il corso di formazione “Scartate e scompigliate” a Reggio nell'Emilia, organizzato dal centro REMIDA.
Tante maestre e poi io e Siria (collega e amica) che progettiamo e realizziamo laboratori creativi.
Due esseri ibridi.
Ci siamo sentite così.
Esiste una distinzione tra una maestra che ha la possibilità di sperimentare e indagare a lungo con i “i propri bambini” materiali e mezzi e chi propone laboratori creativi che spesso non vede gli stessi bambini per più di tre incontri. La mancanza di tempo è come un'incognita non risolvibile che spinge ad accelerare i tempi di sperimentazione e ricerca.
Nei nidi e nelle scuole dell'infanzia di Reggio e con Reggio vorrei identificare tutte quelle soluzioni scolastiche purtroppo atipiche all'interno di una realtà scolastica italiana vecchia e obsoleta, dove vedo ancora maestre che fotocopiano e fanno colorare...
Negli anni '80, quando frequentavo l'asilo, mi venivano fornite delle fotocopie che dovevano essere colorate!
...qui a Reggio, dicevo, le maestre lavorano anche un anno intero con LA CARTA che viene proposta, esplorata, osservata, indagata, progettata. La carta, come ogni altro materiale che si può proporre ad un bambino, si trasforma in un mezzo valido per imparare ad esplorare, OSSERVARE, indagare e progettare LA VITA.
Questo, penso, il fulcro di tutto: l'osservazione.
Se si impara ad osservare, si impara ad aspettare, ad ascoltare, a concedersi il gusto della vita che è fatta di noi e di altri, di me e di te, di intrecci e sapori diversi da scoprire e rispettare, perché chi osserva, rispetta.

Un leggero retrogusto amaro, però, mi è rimasto. Un senso di ridondanza.
Forse è troppo?
Ho seguito altri percorsi di formazione.
Al Castello di Rivoli troppa ricerca estetica.
Qui a Reggio troppa ricerca pedagogica.
Dove sta il giusto?
Forse si può trovare nel mezzo?
In un essere ibrido, per esempio?
Ho seguito anche i corsi organizzati dal MIC di Faenza che sento più come me: sperimentazione e ricerca estetica camminano di pari passo. Ciò che viene fatto non da l'impressione di essere fine a se stesso. Non ci si incammina in un tunnel di cui non si vede la fine.
Nelle esperienze da me proposte, la fine c'è ed è piacevole, perché nasce comunque dalla sperimentazione, dalla ricerca che inevitabilmente ci insegnano ad osservare.

Ogni corso frequentato è un'esperienza che pone domande, insinua dubbi, ma che mi aiuta a trovare risposte!